sabato 25 novembre 2017

Recensione Libro: La Nausea di Jean-Paul Sartre

Titolo: La Nausée (tradotto come La Nausea)
Autore: Jean-Paul Sartre
Anno: scritto nel 1932, pubblicato nel 1938
Casa editrice italiana: Einaudi (collana Einaudi tascabili Scrittori)
Prezzo:12€


La Nausea è un romanzo ambientato nella cittadina di Bouville negli anni ’30 e racconta la storia di Antoine Roquentin (italianizzato come Antonio) sotto la forma di diario personale di tale personaggio. Si può in effetti definire come un “diario filosofico” nel quale Antoine non solo racconta le sue giornate ma da alcuni eventi di esse sviluppa importanti riflessioni sulla complessità dell’esistenza umana. L’autore, Sartre, si pone infatti come figura centrale della corrente filosofica dell’esistenzialismo che si concentra principalmente sull’individualità, la solitudine di ognuno rispetto al mondo che ci circonda, l’inutilità, la precarietà e l’assurdità di esistere. Quest’opera può essere etichettata come uno dei capisaldi di questa corrente; è un’opera complessa che per molti, come è accaduto per me, può rappresentare una svolta rilevante nel modo di vedere la vita e forse proprio per questo la ritengo una lettura importante da affrontare durante la fase finale dell’adolescenza (17-20 anni).

Ma cos’è questa Nausea a cui si riferisce il titolo? Già dalla mia introduzione potete capire che non si tratta sicuramente del significato letterale della parola ma questa è utilizzata per identificare uno stato d’animo che caratterizza la vita di Antoine, sia in maniera lieve sia con dei “picchi”. Esso è ciò che Antoine prova quando vengono a mancare i punti di riferimento della propria vita e raggiunge la consapevolezza della futilità della propria esistenza ed è descritta come una sensazione dolce e orribile, che si insinua nel corpo e nella mente.

Personalmente ho trovato questo romanzo, che vero e proprio romanzo non è, molto significativo, essendo trattati argomenti a cui avevo già rivolto i miei pensieri, pensieri a cui il protagonista è riuscito a dar voce perfettamente e che mi ha fatto comprendere ancora di più quella che è la soluzione all’inutilità a cui lui, ed io con lui, giunge attraverso un percorso psicologico che viene descritto nelle pagine del suo diario. Nonostante l’opera sia prettamente introspettiva, l’autore non manca di sviluppare un’ambientazione e dei rapporti sociali intorno al personaggio che rendono il processo mentale che si sviluppa in lui ancor più “verosimile”, alla portata del lettore. Lo stile di scrittura non è per niente pesante ma nemmeno troppo semplice, richiede quindi un certo sforzo da parte del lettore, sforzo giustificato dall’importanza degli argomenti trattati. Non si tratta quindi sicuramente di una lettura per passare il tempo ma di una lettura complessa che può potenzialmente lasciare una traccia significativa.
Alcune citazioni che mi sono piaciute particolarmente:
“ Niente pareva reale; mi sentivo circondato da uno scenario di cartone che poteva essere smontato da un momento all’altro. Il mondo aspettava, trattenendo il respiro, facendosi piccolo, aspettava la sua crisi, la sua Nausea. ”
“ “Non pensare.. non voglio pensare.. penso che non voglio pensare. Perché anche questo è un pensiero” Non finirà mai dunque? Il mio pensiero sono io: ecco perché non posso fermarmi. Esisto perché penso.. e non posso impedirmi di pensare. In questo momento stesso – è spaventoso – se esisto è perché ho orrore di esistere. ”

Voto personale: 4,75/5⭐ (non 5 completo solo perché in alcuni punti è un po’ lento)


Spero che la recensione vi sia piaciuta e che vi sia venuta voglia di leggere quest’opera geniale perché merita davvero di avere un posto nella vita di tutti..

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